Territorio

La festa di San Giovanni e le tradizioni contadine

La notte di San Giovanni come quelle del solstizio estivo sono state trasformate nella tradizione popolare post-medievale, in notti in cui le streghe volano verso il sabba per unirsi con il diavolo. Le erbe di questo periodo vengono quindi chiamate “erbe scaccia diavoli”. San Giovanni infatti era il santo messo a guardia di streghe e diavoli e a lui erano consacrate piante e rimedi di protezione del male.

Un’usanza molto diffusa era anche quella della raccolta delle erbe di San Giovanni, si diceva che in questa notte e bagnate dalla rugiada avessero funzioni farmacologiche. Un proverbio romagnolo dice: “La guaza ‘d San Zvàn la guarès ogni malàn” (la rugiada di San Giovanni guarisce tutti i mali). La notte di San Giovanni è celebrata e resa ancor più magica dai suoi mille fuochi, che si accendono in tutta Europa: si tratta di una tradizione antichissima tramandata dai Fenici che adoravano il dio Moloch citato nell’Antico Testamento venerato dai Cananei, nominato nel Levitico e nel libro dei Re Una volta concluse le feste del solstizio si assisteva alla glorificazione dell’acqua, simbolo della Fecondità e della purificazione e si invocava San Giovanni protettore dalle influenze malefiche,e assicurava la rinascita della luce. Molti dei nostri contadini mantengono ancora oggi questa tradizione accendendo falò ed auspicando in un abbondante raccolto.

La Reggia di Rivalta

Fonte Comune di Reggio Emilia

Distante pochi chilometri dal centro storico di Reggio Emilia, il Palazzo Ducale o Reggia di Rivalta è un palazzo storico settecentesco che può essere considerato una delle ultime “delizie Estensi”.

Edificata a partire dal 1723 nella frazione di Rivalta per Francesco III d’Este e Carlotta d’Orléans, la villa faceva parte di un più vasto sistema comprendente anche la villa di Rivaltella e la “vasca” di Corbelli. Il progetto di questa “Piccola Versailles” fu affidato dapprima all’architetto reggiano G.M. Ferraroni e poi al Bolognini. L’edificio fu terminato nel 1733 mentre il parco vide continui abbellimenti successivi. Tra il 1740 ed il 1760 la Reggia visse il suo periodo d’oro, con feste grandiose che rieccheggiavano lo sfarzo parigino. Nel 1796 venne occupata dalle truppe dell’armata napoleonica in transito lungo la Pianura Padana. Al termine dell’occupazione la villa, spogliata e danneggiata, fu consegnata ad un comitato di cittadini che, attorno al 1807, ne demolì alcune parti e convertì il giardino ad uso agricolo.

Nel 2005 la villa e il giardino sono stati acquisiti dal Comune di Reggio Emilia, che ne ha avviato la valorizzazione e il recupero, mentre il quotidiano  lavoro dei Volontari dell’Associazione Insieme per Rivalta ne caratterizza e sostiene lo spirito. Nel 2015 il “Giardino Segreto” è entrato nella rete degli Orti Urbani di Campagna Amica come 100° orto a livello nazionale e una volta all’anno in occasione della ricorrenza settembrina “Assaggi e Paesaggi Estensi” si tiene un grande mercato contadino di Campagna Amica  in abiti d’epoca e la Reggia viene aperta ai visitatori per guide ai seminterrati ed al piano ammezzato, al giardino segreto e alla vigna del Corbelli. Ma non solo, sono disponibili più eventi nell’arco dell’anno dove poter approfittare di una visita guidata al luogo storico.

Pieve Tho – Brisighella

La Pieve di San Giovanni in Ottavo (detta Pieve del Tho) si incontra poco oltre un chilometro da Brisighella è la Pieve più antica sorta nella Valle del Lamone. Le sue origini sono assai remote e la fanno risalire a Galla Placidia, figlia di Teodosio, che l’avrebbe fatta erigere con i resti di un tempio dedicato a Giove Ammone. È detta “in ottavo” perché collocata all‘ottavo miglio della via Faentina, antico punto di riferimento ecclesiastico e amministrativo della vallata. Suggestivo tempio in stile romanico e medioevale raccoglie pregevoli opere d’arte, quali un crocifisso di legno, affreschi dei secoli XIV e XV e la suggestiva cripta.

La Pieve è uno dei punti di interesse del museo all’aperto dell’Olio di Brisighella, una meta molto visitata in occasione della Pasqua per la classica gita fuori porta. Questo Sentiero, dedicato agli Olivi secolari di Brisighella, si snoda attorno al tragitto che unisce il Borgo Medioevale, La Rocca Manfrediana e le Pievi di S. Maria in Rontana e San Giovanni in Ottavo. All’ombra di questa Natura felice e benevola si incontrano storia, arte e civiltà secolari .

C.A.B.

L’uovo d’oro

La Pasqua si festeggia al Castello di Rivalta (PC) con “L’uovo d’oro”. Nel castello e nel suo magico borgo viene organizzata la tradizionale “caccia all’uovo”, una vera e propria caccia al tesoro tra cultura e divertimento e tante altre animazioni in costume per i più piccoli. Domenica 21 Aprile, a partire dalle 10,30 del mattino.

Prenotazione obbligatoria, visita www.castellodirivalta.it

Nelle vicinanze del Castello di Rivalta gusta i piatti della tradizione pasquale all’agriturismo Le Rondini.

Il carnevale più coinvolgente: Cento (FE)

Le domeniche 10-17-24 febbraio e 3-10 marzo dalle ore 14:00 alle ore 18.30

“Cento Carnevale d’Europa” sfila nel suggestivo centro storico della Città di Cento, dove le splendide creature di cartapesta fanno il loro spettacolo di maschere e gruppi in costume in una cornice davvero unica, quella di piazza Guercino. Ogni domenica di carnevale C.so Guercino e la sua piazza saranno infatti un tripudio di maschere, colori, animazione, musica e balli per festeggiare al meglio la “festa più pazza dell’anno”. L’ultima domenica di carnevale in calendario ci sarà il Gran Finale con la proclamazione e premiazione del carro vincitore, il tradizionale testamento e nel piazzale della Rocca il suggestivo rogo di Tasi, maschera tradizionale centese per finire con il coinvolgente spettacolo piromusicale che chiude in bellezza l’evento carnevalesco. Oltre alla travolgente sfilata in corso Guercino, il pubblico potrà  assistere allo spettacolo sul palco centrale di piazza Guercino, con scatenati gruppi musicali, testimonial famosi ma soprattutto il caloroso e colorato gruppo di ballerine e percussionisti brasiliani, a suggellare lo storico gemellaggio con il famoso Carnevale di Rio de Janeiro. Oltre allo spettacolo carnevalesco in sfilata e sul palco di piazza Guercino, il Cento Carnevale d’Europa si arricchisce anche di eventi collaterali che offrono al turista tante allettanti proposte turistico – culturali e non solo. Da eventi sportivi, a iniziative enogastronomiche, dall’arte al ballo, da incontri didattici ad aperitivi culturali, saranno davvero tante le proposte che il turista potrà scegliere per trascorrere nel migliore dei modi il weekend di festa ed avere un assaggio di quello che questa “terra godereccia” può offrire anche durante l’anno.

Del Carnevale di Cento si hanno notizie già dal 1600 grazie ad alcuni affreschi del famoso pittore centese Gian Francesco Barbieri detto il “Guercino”. Nel 1615 il Guercino raffigurò feste e manifestazioni nei suoi affreschi.

La festa ha mantenuto i connotati della manifestazione tipicamente locale sino alla fine degli anni ‘80 quando il Carnevale ha compiuto passi da gigante che lo ha portato fino ai vertici internazionali grazie anche al gemellaggio con il Carnevale di Rio de Janeiro, il più famoso del mondo.

(Azienda Agrituristica Arcadia)

Il carnevale più espressivo? È quello della Zobia a Fiorenzuola d’Arda (PC)

sabato 2 e domenica 3 marzo 2019

La Zobia è un carnevale storico-popolare unico nel suo genere, nato a Fiorenzuola nel 1600, dove ogni anno i partecipanti affollavano le vie del centro reinventandosi attori di strada, per dare vita ad un vero e proprio
teatro d’improvvisazione a cielo aperto.
Ancora oggi gli “zobiari” interpretano soggetti e tematiche locali attraverso scenette o sketch dialettali, caricaturandone i tratti ed interagendo col pubblico senza barriere. Carri e carretti fanno da scenografia e sono realizzati a mano dai partecipanti stessi, con materiale riciclato o di recupero. Quelli iscritti alla gara sfilano fino alla piazza principale, dove ognuno inscena il proprio spettacolo davanti a una giuria speciale. Al miglior carro viene assegnato poi il Palio, da custodire fino all’anno successivo, al miglior carretto (gruppo) il Paliotto.

Una sola regola: in Zobia non si possono usare maschere. Quello fiorenzuolano, infatti, è l’unico carnevale in Italia “a volto scoperto”, al fine di enfatizzare mimica ed espressività. Due giorni di baldoria paesana all’insegna di vino novello, gastronomia, inventiva e follia, dove non c’è da
aspettarsi grandi carri allegorici cartapestati o gigantesche figure semoventi, ma un carnevale semplice e genuino, vivo e sentito, fatto dalla gente per la gente.

(Azienda Agrituristica Tenuta Casteldardo)

Territorio bio

Emilia Romagna sempre più green. Nel 2018 i terreni agricoli coltivati con metodi biologici sono cresciuti del 30% per un totale di 152 mila ettari, pari al 15% di tutta la superficie agricola regionale. Produzioni e allevamenti bio rendono l’ambiente più pulito.
(Acero Rosso, Benandanti, Bertozzi, Boschetto, La Martina, Mengozzi, Rivalta, Seggio, Tirli, Tralcio)

Terra di motori

Ferrari, Maserati, Lamborghini, Ducati sono i nomi più noti della terra dei motori nel territorio tra Bologna e Modena, senza dimenticare le macchine agricole, come Landini (oggi Argo Tractors) e Fiat Trattori (CNH). L’inventiva e la capacità imprenditoriale delle genti di questi luoghi sono ormai leggenda e fanno parte della cultura del territorio e le loro creazioni sono ricordate in vari musei.
(Vigna su Colle)